lunedì 4 febbraio 2008

Cavoli acidi

Signor politico dal pulito aspetto,
come dobbiam farti capir che
non ti paghiam sol per badar ai cavoli tuoi?

Preghiera

Signore di tutti noi
poiché su questo tuo mondo ormai contano solo i cavoli dei potenti,
fino a un certo punto é bene che ci lasci fare i cavoli nostri...
I cavoli del popolo, che sempre di più cade in miseria, ormai marciscono...
La gran parte del popolo, che é la tua voce, è senza voce
con il suo voto ha scelto e mandato al potere a sue spese chi,
con la promesse che ci avrebbe badato pure ai cavoli nostri alla fine,
credendosi furbo, bada solo ai cavoli suoi...
E i nostri? Come se fossero cavoli di nessuno!
Signore so bene che, sapendo il fatto tuo, lo lasci fare a modo suo…
poiché so cosa stai aspettando ma ti prego, per il bene del popolo,
farglielo capire in tempo! Se poi, neanche a te starà a sentire,
saranno cavoli acidi quando sarà al tuo cospetto,
neanche per se stesso potrà più fare il fesso quando passerà per il tuo varco.
Se a questo punto lo scarti fai bene,
dando lavoro pure a Caronte pronto a caricarselo
sulla sua barca, per condurlo all'altra riva;
mentre noi volando oltre le stelle, appiedati con le nostre
candite anime sulle nuvole bianche potremo dire a tutti,
che avevamo pregato prima a nostro signor politico, e poi al
nostro Vero Signore, ci dispiace ma se la sua anima non si è
separata dal quel suo sacco di vermi, se lo ha meritato...

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